Baruc, il segretario

Baruc viveva ca. 25 secoli fa. Era uno scriba, un personaggio importante ed era anche un credente fedele. Era questa la ragione per cui si era affezionato a Geremia, il grande profeta di Gerusalemme, e lo serviva.

Ma il regno di Giuda stava attraversando un periodo travagliato. E Geremia annunciava che Gerusalemme sarebbe stata distrutta dai suoi nemici. Il popolo rifiutava di credervi e non sopportava più Geremia a causa dei suoi messaggi minacciosi.

Anche Baruc veniva perseguitato perché li scriveva e li leggeva pubblicamente. Certo, egli avrebbe preferito scrivere dei messaggi di pace e di vittoria. Allora Baruc cominciò a lamentarsi della sua sorte e così un giorno Baruc ricevette un messaggio proprio diretto a lui:

La parola che il profeta Geremia rivolse a Baruk, figlio di Neriah, quando questi scrisse queste parole in un libro sotto dettatura di Geremia, nell’anno quarto di Jehoiakim, figlio di Giosia, re di Giuda, dicendo: «Così dice l’Eterno, il DIO d’Israele, a te, o Baruk: Tu dici: “Guai a me, perché l’Eterno aggiunge afflizione al mio dolore; io sono stanco di gemere e non trovo riposo”. Così dirai a lui: Così dice l’Eterno: Ecco io demolirò ciò che ho edificato e sradicherò ciò che ho piantato, e questo in tutto il paese. E tu cercheresti grandi cose per te? Non cercarle perché, ecco, io farò venire sciagura sopra ogni carne», dice l’Eterno, «ma a te darò la tua vita come bottino in tutti i luoghi dove tu andrai». (Geremia 45:1-5)

In qualche modo l’Eterno gli diceva: “Vedi Baruc, questa città sta per essere distrutta, pertanto non ricercare delle grandi cose. Accontentati di ricevere la vita e di ciò che ti do da fare ogni giorno!”

Siamo sodisfatti di ciò che il Signore ci dà e ci incarica di fare? Abbiamo anche noi tendenza ad impietosirci sulla nostra sorte? Allontaniamo questo stato d’animo! Perché lascia presupporre che il Signore è ingiusto a nostro riguardo. Ricordiamoci sempre che Gesù, quando era incomprese e respinto dagli uomini, sapeva lodare il Padre per tutte le sue decisioni.

In quel tempo Gesù prese a dire: «Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai savi e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli fanciulli. Sì, o Padre, perché così ti è piaciuto. (Matteo 11:25-26)

Ch’Egli ci accordi la grazia di imitarlo!

Ma io non ne tengo alcun conto e la mia propria vita non mi è cara, pur di terminare con gioia il mio corso e il ministero che ho ricevuto dal Signore Gesù, che è di testimoniare pienamente l’evangelo della grazia di Dio. (Atti 20:24)

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