Abbiate in voi lo stesso sentimento che già è stato in Cristo Gesù, il quale, essendo in forma di Dio, non considerò qualcosa a cui aggrapparsi tenacemente l’essere uguale a Dio, ma svuotò se stesso, prendendo la forma di servo, divenendo simile agli uomini; e, trovato nell’esteriore simile ad un uomo, abbassò se stesso, divenendo ubbidiente fino alla morte e alla morte di croce. Perciò anche Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato un nome che è al di sopra di ogni nome, affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio delle creature (o cose) celesti, terrestri e sotterranee, e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre. (Filippesi 2:5-11)
Non si può non essere colpiti di ammirazione nel considerare che il Nuovo Testamento non spende una sola parola per descrivere le caratteristiche fisiche del Signore. Non si dilunga nemmeno a descrivere i suoi talenti, la sua intelligenza, la sua potenza, anche se tutto si intravede nelle sue opere e nelle sue parole.
Ogni descrizione umana è frutto di fantasia ed è contraria all’intento dello Spirito Santo. Il profeta Isaia, ispirato da Dio, disse soltanto: “Egli è venuto su davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare” (Isaia 53:2).
Ma i quattro Evangeli, e tutte le Lettere degli apostoli, descrivono con dovizia di particolari la sua sorprendente umiltà, la sua ubbidienza fino alla morte e il suo amore, inesauribile e invincibile, verso Dio suo Padre e verso gli uomini.