Suppongo che tutti conosciate la favola tedesca del suonatore di flauto che aveva completamento disinfestato la città di Hameln da un’invasione di topi. Non avendo ricevuto la ricompensa promessa, egli aveva, sempre per effetto del flauto magico, radunato e trascinato al suo seguito tutti i bambini della città.
Il diavolo è come quel mago della leggenda, abile ad incantare la gioventù; la quale è influenzabile per il bene quando ha davanti a sé dei buoni esempi e per il male quando né ha davanti dei cattivi. L’infatuazione collettiva suscitata dagl’idoli della musica, del cinema e dello sport, l’assenza di morale, talvolta perfino la droga, sono altrettante forme di questa specie di anestesia collettiva.
I dolori di quelli che corrono dietro ad altri dèi saran moltiplicati; io non offrirò le loro libazioni di sangue, né le mie labbra proferiranno i loro nomi. (Salmo 16:4)
Satana conosce le tendenze e i moventi del cuore umano. Il suo flauto magico intona le melodie alla moda, e il gregge segue passivamente colui che lo conduce alla perdizione. E più è grande questo gregge di adepti, meno costoro hanno coscienza dei pericolo che corrono.
Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». (Giovanni 6:68)
Un’altra leggenda istruttiva è quella di Ulisse e i suoi compagni che attraversano un mare disseminato di scogli su cui cantano delle temibili sirene. L’eroe, ordinando ai suoi marinai di turarsi le orecchie, illustra in un certo senso, la prudenza che anche “i figli di questo secolo” sanno adottare in presenza di pericoli riconosciuti.
E il padrone lodò il fattore disonesto perché aveva agito con avvedutezza; poiché i figli di questo mondo, nelle relazioni con quelli della loro generazione, sono più avveduti dei figli della luce. (Luca 16:8)
Ovviamente questa non sono altro che leggende, benché non sprovviste di saggezza umana. Il potere del diavolo è, invece, una realtà concreta di tutti gli istanti.
