Perciò Gesù di nuovo disse loro: «In verità, in verità vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti quelli che sono venuti prima di me, sono stati ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta; se uno entra per me, sarà salvato, entrerà e uscirà, e troverà pastura. (Giovanni 10:7-9)
Quando Gesù dichiara: “Io sono la porta”, apre l’accesso ad un luogo in cui l’uomo può entrare per essere felice. Un posto dove Dio benedice, dove è conosciuto ed amato. Il male che c’è nell’uomo (nessuno può negare questa terribile realtà) gli impedisce di entrarvi.
Dio stesso ha aperto quella porta il giorno in cui il suo Figlio Gesù si è caricato dei nostri peccati. Possiamo entrare da quella porta solo attraverso il pentimento, riconoscendoci colpevoli e accettando il suo perdono. Solo così potremo intraprendere una nuova relazione con Lui, una relazione di verità e d’amore.
Cosa troveremo al di là di quella porta? Sicuramente non una comoda poltrona su cui sederci immobile, ma un sentiero in cui dobbiamo essere attivi, nella pace, nella santità e in comunione con Dio. Su quel sentiero, Gesù ci guida nella giusta direzione, verso il cielo, dove Egli si trova.
Nell’attesa di raggiungere la meta, attraverso la preghiera troviamo la risposta al nostro bisogno di chiedergli aiuto e consiglio. Gesù ci insegna a vivere per Dio.
Se non ascoltiamo la voce del Signore rischiamo di deviare da quel sentimento e di lasciare che il peccato prenda il sopravvento: orgoglio, egoismo, gelosia, cattiveria ci fanno perdere la pace. Dio allora ci invita a ritornare sui nostri passi e a riprendere il giusto cammino.
Se ritorniamo a Gesù e confessiamo tutto e abbandoniamo il nostro peccato, riceveremo il suo perdono. E’ la nostra sicurezza e la nostra felicità, lì siamo in comunione con Dio e con i suoi figli.
Gesù gli disse: «Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. (Giovanni 14:6)