La fede e le opere

Sicura è questa parola, e voglio che tu affermi con forza queste cose, affinché quelli che hanno creduto in Dio abbiano cura di applicarsi a opere buone. Queste sono le cose buone e utili agli uomini. (Tito 3:8)

A volte si contrappone l’insegnamento dell’apostolo Paolo a quello di Giacomo, mentre, in realtà, invece di contraddirsi, questi due scrittori si completano.

Paolo scrive:

Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori. (Efesini 2:8-9)

Noi, di nascita Giudei e non peccatori fra i gentili, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della legge ma per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Cristo Gesù, affinché fossimo giustificati mediante la fede di Cristo e non mediante le opere della legge, poiché nessuna carne sarà giustificata per mezzo della legge. (Galati 2:15-16)

Le cose sono dunque chiare: la salvezza è data, per la grazia di Dio, a ogni persona che crede nel Signore Gesù.

Giacomo scrive:

A che giova, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? Or, se un fratello o una sorella sono nudi e mancano del cibo quotidiano, e qualcuno di voi dice loro: «Andatevene in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose di cui hanno bisogno per il corpo, a che giova? Così è pure della fede; se non ha le opere, per se stessa è morta. Ma qualcuno dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere»; mostrami la tua fede senza le tue opere e io ti mostrerò la mia fede con le mie opere.

Tu credi che c’è un solo Dio. Fai bene; anche i demoni credono e tremano. Ma vuoi renderti conto, o insensato, che la fede senza le opere è morta? Abrahamo, nostro padre, non fu forse giustificato per mezzo delle opere, quando offrì il proprio figlio Isacco sull’altare? Tu vedi che la fede operava insieme alle opere di lui, e che per mezzo delle opere la fede fu resa perfetta. Così si adempì la Scrittura, che dice: «Or Abrahamo credette a Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. Perciò vedete che l’uomo è giustificato per le opere e non per fede soltanto. Similmente anche Rahab, la prostituta, non fu essa giustificata per le opere quando accolse i messi e li rimandò per un’altra strada? Infatti, come il corpo senza lo spirito è morto, così anche la fede senza le opere è morta. (Giacomo 2:14-26)

Giacomo cita l’esempio di Abramo; la sua fede agiva nella sua vita e produceva opere: la fede era così resa palese.

Quindi è tutto molto chiaro; gli insegnamenti dei due autori si completano. Siamo salvati per fede, ma, dopo che lo siamo stati, questa fede reale, vivente, attiva, si manifesta con le opere.

Anzitutto la fede, in seguito le opere come risultato della nostra riconoscenza e come inevitabile conseguenza di una fede vera.

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