E Gesù di nuovo parlò loro, dicendo: «Io sono la luce del mondo; chi mi segue non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». (Giovanni 8:12)
Un giocatore di cricket australiano fu intervistato dopo aver vinto la coppa del mondo. Malgrado il suo atteggiamento apparentemente disinvolto, ha espresso del rammarico, carico di significato.
Sua moglie, a migliaia di chilometri di distanza, stava per dare alla luce il suo secondogenito:
“Per la nascita del mio primo figlio, non c’ero – disse – e non ci sono di nuovo per quella del secondo. Mi dispiace molto: devo confessare che il cricket è importante nella mia vita, ma non è tutto“.
Questa frase ci induce a pensare che cos’è il “tutto” per noi, cioè l’essenza della nostra vita, il suo senso profondo, ciò che risponde alle questioni sempre attuali: “chi” siamo noi, e “in vista di che cosa” viviamo?
Conoscere il senso della propria vita è assolutamente necessario. E’ un sostegno per vivere, come lo è lo scheletro per il corpo. Possiamo avere delle energie, ma dobbiamo sapere per cosa utilizzarle!
Potremmo scegliere di dare un falso senso alla nostra vita, come la ricerca dei piaceri, della ricchezza, del successo: ma questi “surrogati” non rispondono al “perché” della nostra presenza sulla terra. Possiamo riempirci la vita, ma non dare ad essa il suo profondo significato.
Uno solo può darcela: è colui che ci ha creati, Dio. Se non si ha fiducia in lui, nulla ha veramente un senso. Allora avviciniamoci seriamente a Dio con la preghiera, e leggiamo la Bibbia che è la sua Parola.
