Le mie parole non passeranno

E ora, vi affido a Dio e alla Parola della sua grazia, la quale può edificarvi e darvi l’eredità di tutti i santificati. (Atti 20:32)

Rispondendo ad un sondaggio, una ragazza afferma: “Io cerco una mia religione!” Un ragazzo dice: “Io ho la mia religione”. Un terzo aggiunge: “Ognuno ha la sua religione, o per lo meno la propria moralità …”

Così non si vuole più sentire parlare di un insegnamento preciso della fede, di un insegnamento non da mettere in discussione ma da credere. Nozioni come il peccato, il pentimento, l’espiazione, sono messe da parte, a vantaggio di altre idee come l’accettazione di sé, la tolleranza o il merito.

Bisogna riconoscere che questo modo di pensare pervade anche molte chiese cristiane. Per essere moderni e per dimostrare di avere uno spirito aperto, non ci si sottomette più alla Parola di Dio, ma la si mette in discussione e si arriva persino a deformare il Vangelo.

Un insegnamento vago, che tollera tutto, è in realtà un affronto a Dio. Il messaggio della Bibbia è vigoroso, preciso, senza compromessi, e pone tutto nella giusta prospettiva: prima Dio, la sua giustizia e la sua grazia, poi la risposta dell’uomo all’offerta di perdono che gli fa.

Ritornare alla Parola di Dio rimane il solo antidoto possibile a questo stato di smarrimento. E’ una questione di fede: Dio ha parlato, bisogna credere ed ubbidire.

Leggiamo le Scritture con semplicità, senza aggiungervi i nostri pensieri e pregando che lo Spirito Santo ce le faccia comprendere. Così, illuminati dalla verità, e radunati intorno al Signore Gesù Cristo stesso, nostro Salvatore, faremo parte della vera Chiesa, quella che Lui stesso edifica, composta da tutti i veri credenti.

Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno. (Marco 13:31)

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