No, la felicità non è in vendita

Nell’ultimo giorno, il giorno più solenne della festa, Gesù stando in piedi esclamò: «Se qualcuno ha sete, venga a me e beva. (Giovanni 7:37)

Il presidente di un’importante catena di ipermercati, intervistato da un giornalista sulla strategia di sviluppo, si è espresso nel modo seguente: “Dobbiamo meritare la fiducia dei nostri clienti. Io lotto per la felicità della gente che viene da me. Per questo desidero offrire loro nuovi servizi, da un luogo di preghiera fino a uno studio medico. Comprare, consumare, incontrarsi, educare, curarsi, pregare, ecco i bisogni ai quali voglio rispondere … Voglio monetizzare la felicità, commercializzarla”.

Nonostante la citazione insolita della preghiera, quando materialismo c’è in quella lista di prodotti da consumare! Pretendere di vendere o di comprare la felicità è confonderla con la sua contraffazione, una specie di comfort. Significa disconoscere i veri bisogni del cuore umano.

L’uomo ha sete di pace interiore e per questo gli occorrono delle certezze che nessuno sulla terra gli può vendere. La vera felicità può darla solo Gesù, ed è gratuita. Non sotto forma di condizioni di vita più favorevoli, che portano solo un equilibrio fragile, temporaneo e presto rimesso in causa.

Occorre confessare questo stato permanente d’insoddisfazione, di opposizione più o meno consapevole a Dio, accettare il suo perdono per mezzo della fede in Gesù Cristo. Egli è morto sulla croce per cancellare i nostri peccati, è risuscitato, e ora vive nel cielo.

Pretendo il nostro posto sotto il giudizio di Dio, ha pagato, lui, il prezzo della nostra felicità presente ed eterna.

Beati quelli le cui iniquità sono perdonate e i cui peccati sono coperti. (Romani 4:7

Facebooktwitterlinkedintumblr

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *