Predicazione dell’ultima ora

E, chiesto un lume, egli corse dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per essere salvato?». Ed essi dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua». (Atti 16:29-31)

Quando, avendo urtato un’isola di ghiaccio, il Titanic affondò nell’Atlantico, nel aprile del 1912, fra i passeggeri si trovava un giovane cristiano, John Harper, che il Signore aveva salvato e chiamato a lavorare nel campo missionario. Mentre la nave stava affondando, John aiutava i passeggeri a raggiungere le barche di salvataggio, ma egli rifiutò di entrarvi.

L’ordine del comandante era stato “le donne ed i fanciulli prima, poi gli altri” e lui lo eseguiva scrupolosamente. All’ultimo momento egli cedette il suo giubbotto di salvataggio. Poi il Titanic s’inabissò nelle acque dell’oceano. In seguito un viaggiatore scozzese che si trovava tra i naufraghi raccontò quanto segue:

“Io ero in mare, sballottato su un pezzo di legno quando un violento risucchio condusse John Harper vicino a me, anch’egli aggrappato ad un pezzo di legno. Egli mi gridò: “Amico mio, siete salvato?”. Io risposi negativamente. Egli continuò con voce più alta: “Credete del Signore Gesù e sarete salvato”. Le onde lo trasportarono più lontano, ma poco dopo lo ricondussero vicino a me. Mi pose la stessa domanda: “Siete salvato?”. Io replicai: “Ahimè, no. Non posso dirvi con certezza di essere salvato”. Egli tornò a supplicarmi: “Credi nel Signore Gesù e sarai salvato?”. Queste furono le sue ultime parole perché, qualche istante dopo, anch’egli colò a picco. Allora, in pieno oceano, nel trascorrere quelle ore tragiche, volsi lo sguardo verso il Salvatore ed affidai la mia persona, condotta da John Harper, a Dio”.

E tu, sei salvato?

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