Quanto pensi di vivere?

Una voce dice: “Grida!” E si risponde: “Che griderò?” “Grida che ogni carne è come l’erba e che tutta la sua grazia è come il fiore del campo.  L’erba si secca, il fiore appassisce quando il soffio del SIGNORE vi passa sopra; certo, il popolo è come l’erba. L’erba si secca, il fiore appassisce, ma la parola del nostro Dio dura per sempre“. (Isaia 40:6-8)

2a2a9_4acdChe viviamo ottanta o cent’anni, siamo pur sempre “un vapore che appare per un istante e poi svanisce”, come scrive Giacomo (Giacomo 4:14). La fine verrà, salvo ovviamente per quei credenti che il Signore troverà ancora vivi quando ritornerà per prendere la sua Chiesa.

Molti passi delle Scritture ci invitano a riflettere sulla fugacità della vita. Mosè rivolge a Dio una bella preghiera che noi tutti dovremmo fargli:

Insegnaci a contare bene i nostri giorni, per acquistare un cuore saggio. (Salmo 90:12)

I nostri giorni sono pochi e importanti; “contarli” significa proprio rendersi conto di questo, e non certo prevedere quanti saranno o quanti ce ne restano ancora, perché non sta a noi saperlo.

Contiamo in nostri giorni, dunque, ma non per diventare tristi o demotivati, aspettando con angoscia la morte che presto o tardi verrà, ma per utilizzare, con la sapienza che viene dall’alto, il poco tempo che ci resta da vivere.

Nel Salmo 92 le persone che temono Dio sono viste come alberi “piantati nella casa del Signore”, e di loro è detto: “Porteranno ancora frutto nella vecchiaia; saranno pieni di vigore e verdeggianti per annunciare che il Signore è giusto” (Salmo 92:13-15)

 

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