Queste sono le Parole

Queste sono le parole che Mosè rivolse a Israele di là dal Giordano, nel deserto, nell’Arabah di fronte a Suf, fra Paran, Tofel, Laban, Hatseroth e Di-Zahab. (Deuteronomio 1:1)

Con le parole di questo versetto, l’autore del Deuteronomio inizia il suo libro. Sono parole commoventi che Mosè, l’anziano legislatore, il fedele servitore del Signore, rivolge a Israele, mentre sta per prendere commiato da quel popolo.

Nelle sue ultime parole, volge uno sguardo su tutta la storia di Israele, nei suoi quarant’anni di pellegrinaggio nel deserto, e lo fa in modo sorprendente.

Egli richiama ancora una volta alla loro memoria le scene e le circostanze degli anni della loro vita nel deserto, così ricchi di avvenimenti, usando un linguaggio che doveva commuovere i loro cuori.

Per noi, quelle parole di congedo, non sono meno colpenti. Molti suoi appelli e ammonimenti hanno forza e autorità, come se fossero stati espressi ieri.

E’ la stessa cosa anche per ogni altra parte della Sacra Scrittura. In essa tutto è sorprendentemente adatto alla nostra situazione personale, per ogni giorno della nostra vita. La Parola di Dio ci parla con freschezza, come se fosse scritta espressamente per noi, nella nostra situazione presente.

Per questo la Bibbia è sì un libro antico, ma non è invecchiato; è un messaggio rivolto alla società umana fin dai tempi remoti. E’ il Libro di Dio per il tempo presente, è la sua completa manifestazione.

In essa la voce stessa di Dio parla a ciascuno di noi. E’ un libro non solo per tutti i tempi, ma anche per tutti i paesi, per tutte le classi sociali: elevate e basse, ricche e povere, colte e ignoranti, per i giovani e per gli anziani.

I suoi pensieri sono così semplici che un bambino li può comprendere, e così profondi che la mente più acuta non li può scandagliare completamente.

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