Rallègrati pure, o giovane!

Rallegrati pure, o giovane, durante la tua adolescenza, e gioisca pure il tuo cuore durante i giorni della tua giovinezza; cammina pure nelle vie dove ti conduce il cuore e seguendo gli sguardi dei tuoi occhi; ma sappi che, per tutte queste cose, Dio ti chiamerà in giudizio! Bandisci dal tuo cuore la tristezza, e allontana dalla tua carne la sofferenza; poiché la giovinezza e l’aurora sono vanità.

Ma ricòrdati del tuo Creatore nei giorni della tua giovinezza, prima che vengano i cattivi giorni e giungano gli anni dei quali dirai: «Io non ci ho più alcun piacere»; prima che il sole, la luce, la luna e le stelle si oscurino, e le nuvole tornino dopo la pioggia: prima dell’età in cui i guardiani della casa tremano, gli uomini forti si curvano, le macinatrici si fermano perché sono ridotte a poche, quelli che guardano dalle finestre si oscurano, i due battenti della porta si chiudono sulla strada perché diminuisce il rumore della macina; in cui l’uomo si alza al canto dell’uccello, tutte le figlie del canto si affievoliscono, in cui uno ha paura delle alture, ha degli spaventi mentre cammina, in cui fiorisce il mandorlo, la locusta si fa pesante, e il cappero non fa più effetto perché l’uomo se ne va alla sua dimora eterna e i piagnoni percorrono le strade; prima che il cordone d’argento si stacchi, il vaso d’oro si spezzi, la brocca si rompa sulla fonte, la ruota infranta cada nel pozzo; prima che la polvere torni alla terra com’era prima, e lo spirito torni a Dio che l’ha dato. (Ecclesiaste 12:1-9)

Nell’Ecclesiaste, l’autore narra come si sia tormentato per cercare la felicità nella vita che si svolge “sotto il sole”. Re ricco e potente ha esplorato la saggezza, la follia e la stoltezza.

Allora mi volsi a considerare la sapienza, la follia e la stoltezza. «Che cosa farà l’uomo che succederà al re, se non ciò che è già stato fatto?». (Ecclesiaste 2:12)

Ma ha concluso:

Anche questo è vanità e un cercare di afferrare il vento. (Ecclesiaste 2:26)

Egli considera tutti gli aspetti della condizione umana: la nascita e la morte, il lavoro e il riposo, la gioia e il dolore, la ricchezza e la povertà, l’amore e l’odio, la giovinezza e la vecchiaia. Niente di quanto ha trovato sulla terra ha potuto dargli pace e certezza: Salomone si è reso conto che ogni uomo deve avere a che fare con Dio e che nessuno può sfuggire al suo sguardo. In tutto che queste cose, Dio dà, Dio fa, Dio giudicherà.

L’autore dell’Ecclesiaste conclude la sua riflessione sull’esperienza umana dicendo:

Ascoltiamo dunque la conclusione di tutto il discorso: Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l’uomo. Dio infatti farà venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male. (Ecclesiaste 12:15-16)

Ma prima rivolge un richiamo ai giovani. Bisogna conoscere Dio, il Creatore di ogni cosa, e anche il Dio Salvatore, già da giovani. Egli vuole farci risparmiare dolorose esperienze e amare delusioni, e per questo propone di ascoltarlo e di rispondere al suo affettuoso invito.

Figliuol mio, recami il tuo cuore, E gli occhi tuoi guardino le mie vie. (Proverbi 23:26)

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