Rendete a Cesare quel che è di Cesare

Essi gli dissero: «Di Cesare». Allora egli disse loro: «Rendete dunque a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio ciò che è di Dio». (Matteo 22:21)

Con queste parole il Signore Gesù rispose a quei Giudei che gli avevano fatto domande sull’opportunità o meno di pagare le imposte ai Romani che dominavano all’epoca sopra Israele. Gesù li invitò a sottomettersi a quell’autorità, anche se per loro era un peso non indifferente.

Questa frase è diventata proverbiale. E’ giusto rendere a ciascuno ciò che gli è dovuto, in particolare alle autorità. Ma nella risposta del Signore c’è una seconda parte che nessuno osa citare: “rendete a Dio quello che è di Dio”.

Forse andiamo fieri di essere buoni cittadini, scrupolosi nel compimento dei nostri doveri civili e nel pagamento puntuale delle imposte. Ma abbiamo pensato ai nostri doveri verso Dio? E’ lui che ha creato tutte le condizioni necessarie alla vita: dà il sole, le piogge, fa crescere e maturare i raccolti. E’ lui che chiama all’esistenza ogni essere umano. Che cosa gli diamo in cambio?

Noi, che siamo sue creature, non dovremo almeno ringraziare il nostro Creatore e comportarci correttamente di fronte alla natura magnifica nella quale si svolge la nostra esistenza terrena?

E soprattutto, qual è la nostra reazione di fronte al beneficio divino che supera tutti gli altri: il dono del suo Figlio unigenito, Gesù Cristo, dome Salvatore? Rendiamoci contro della bontà di Dio verso di noi, e rendiamo a Dio l’onore e la riconoscenza che gli sono dovuti.

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