Sciogliti le catene

Se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete veramente liberi. (Giovanni 8:36)

Si racconta che un fabbro del Medio Evo si vantava di forgiare delle catene che nessuno poteva rompere. Ma un giorno fu imprigionato con l’accusa di tradimento e incatenato. Col suo occhio esperto cercò di trovare qualche imperfezione in quelle catene, qualche punto debole … ma purtroppo era legato con le catene che egli stesso aveva fabbricato!

Scuotiti di dosso la polvere, levati e mettiti a sedere, o Gerusalemme; sciogliti le catene dal collo, o figlia di Sion che sei in cattività! (Isaia 52:2)

Facciamo attenzione a non fabbricarci le nostre proprie catene. Il giovane ricco che si era gettato ai piedi di Gesù era pieno di buoni sentimenti, al punto che Gesù, guardatolo, lo amò. Ma si era lasciato legare da una catena che riuscì a rompere: l’amore per la ricchezza.

Ora, mentre stava per mettersi in viaggio, un tale gli corse incontro; e inginocchiatosi davanti a lui, gli chiese: «Maestro buono, cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». E Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. Tu conosci i comandamenti: “Non commettere adulterio. Non uccidere. Non rubare. Non dire falsa testimonianza. Non frodare. Onora tuo padre e tua madre”». Ed egli, rispondendo, gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia fanciullezza». Allora Gesù, fissandolo nel volto, l’amò e gli disse: «Una cosa ti manca; va’, vendi tutto quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni, prendi la tua croce e seguimi». Ma egli, rattristatosi per quella parola, se ne andò dolente, perché aveva molti beni. (Marco 10:17-22)

Anche Giuda amava il denaro e, per una misera cifra, tradì Gesù, il suo Maestro.

Allora uno dei dodici, di nome Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti, e disse loro: «Quanto mi volete dare, perché io ve lo consegni?». Ed essi gli contarono trenta sicli d’argento. (Matteo 26:14-15)

Salomone, uomo molto saggio, si era lasciato legare da un’altra catena, l’amore per le sue numerose donne, le quali alla fine lo trascinarono all’idolatria.

Ma il re Salomone, oltre la figlia del Faraone, amò molte donne straniere, moabite, ammonite, idumee, sidonie e hittee, appartenenti ai popoli di cui l’Eterno aveva detto ai figli d’Israele: «Voi non vi unirete in matrimonio con loro, né essi con voi, perché essi faranno certamente volgere il vostro cuore verso i loro dèi». Ma Salomone si unì a tali donne per amore. Egli ebbe settecento principesse per mogli e trecento concubine; e le sue mogli gli pervertirono il cuore. Così, quando Salomone fu vecchio, le sue mogli fecero volgere il suo cuore verso altri dèi; e il suo cuore non appartenne interamente all’Eterno, il suo DIO, come il cuore di Davide suo padre. Salomone seguì quindi Ashtoreth, la dea dei Sidoni, e Milkom, l’abominazione degli Ammoniti. Così Salomone fece ciò che è male agli occhi dell’Eterno e non seguì pienamente l’Eterno, come aveva fatto Davide suo padre. Allora Salomone costruì sul monte di fronte a Gerusalemme un alto luogo per Kemosh, l’abominazione di Moab, e per Molek, l’abominazione dei figli di Ammon. Così fece per tutte le sue mogli straniere, che bruciavano incenso e offrivano sacrifici ai loro dèi. (1 Re 11:1-8)

Alcune “catene” si rivelano subito molto pesanti: l’alcol, la droga, il fumo. Altre sono come collane piacevoli da portare: l’ambizione, la gloria, gli svaghi, la ricerca sfrenata delle comodità; si tratta di catene leggere, che sembrano facili da rompere, ma quando si impadroniscono della nostra vita ci possono legare fino al punto di renderci schiavi.

Se ci siamo lasciati avvolgere da qualche catena, gridiamo al Signore, il solo che può liberarci, e attacchiamoci a Lui; allora saremo veramente liberi!

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