Seminare con lacrime

Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia. Ben va piangendo colui che porta il seme da spargere, ma tornerà con canti di gioia portando i suoi covoni. (Salmi 126:5-6)

Perché un seminatore dovrebbe apprestarsi a svolgere il proprio lavoro piangendo? Forse perché la terra è arida? Oppure perché è grande? Oppure i tempi di raccolta sono lunghi e teme che in quel frangente qualche uccello possa rubare il seme? Potrebbero esserci tanti perché, ma l’unica cosa importante è dove riporre lo sguardo.

Ti è mai capitato di avere davanti un grosso lavoro da svolgere, magari complicato e complesso, ma lo hai fatto lo stesso perché sapevi che il compenso era grande?

E’ la stessa cosa che ha vissuto il salmista: aveva pregato, magari digiunato, e seminato in diversi modi perché tornassero le persone per cui stava seminando, magari amici, parenti o semplicemente conoscenti.

Il salmo stesso ci dice che, quando tornarono, gli sembrava di sognare, sorrideva, cantava e glorificava Dio per quello che era successo. Di fronte a questo, ha potuto esclamare che il peso sostenuto per la semina è valso la gioia ottenuta per la raccolta.

Se ti senti stanco, frustrato, deluso e scoraggiato perché non vedi ancora il risultato della tua semina, non arrenderti! Tieni lo sguardo fisso su Gesù, l’autore e il compitore della nostra fede, Colui al quale niente è impossibile e che conosce esattamente il tempo giusto per ogni raccolta!

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