Soffocare l’angoscia

Poiché al Padre piacque di far abitare in lui tutta la pienezza e di riconciliare con sé tutte le cose per mezzo di lui, avendo fatto la pace mediante il sangue della sua croce; per mezzo di lui, dico, tanto le cose che sono sulla terra, quanto quelle che sono nei cieli. (Colossesi 1:19-20)

Sono innumerevoli, fra i nostri contemporanei, quelli che assumono regolarmente dei tranquillanti per calmare le loro angosce. I loro medici cercano forse di rassicurarli persuadendoli che questa situazione psichica è passeggera ed è dovuta alla vita agiata che essi conducono.

Ma queste ricadute frequenti, queste guarigioni impossibili non testimoniano forse che esiste una causa più profonda, un disordine interiore legato alla condizione umana? E’ dunque ben illusorio in questo caso, sperare di soffocare l’angoscia con pillole o pensare di sormontarla drogandosi.

Non è forse essa un voce interiore che merita di essere presa in seria considerazione ed ascoltata? Molto spesso non fa che tradurre l’inquietudine, la mancanza di pace, che in genere ogni individuo porta con sé. Egli realizza, se vuole sinceramente riconoscerlo, che dovrà un giorno rendere conto a Dio della propria esistenza.

Sente che non sarà soltanto un momento sgradevole, anche se inevitabile, ma che da esso dipenderà una probabile sentenza di condanna eterna.

Non rimaniamo col dubbio, non facciamo tacere questa voce interiore, prepariamoci ad incontrare Dio e, per questo, sottomettiamoci al Suo modo di giudicare le cose e di apprezzarle. Prendiamo atto di quest’angoscia che ci turba, accettiamo l’invito di Gesù.

Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. (Matteo 11:28)

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