Ti ho chiamato per nome

Ma ora così dice l’Eterno, che ti ha creato, o Giacobbe, che ti ha formato, o Israele: «Non temere, perché io ti ho redento, ti ho chiamato per nome; tu mi appartieni. (Isaia 43:1)

Che gioia provano i genitori quando chiamano il loro piccolo per nome e lui si volta a guardarli! Quel nome che hanno ripetuto tante volte, al quale hanno associato sguardi, gesti, parole d’amore, finalmente il bambino lo comprende; e così impara anche a pronunciare il proprio nome e ad entrare in relazione con quelli che si occupano di lui.

Ma l’amore dei genitori precede e supera i molto ciò che il bambino percepisce. Quando sarà adulto, sentendosi chiare per nome non resterà indifferente. Se uno ci chiama così, vuol dire che ci conosce e che cerca un contatto con noi. Più stimiamo la persona che ci chiama, più questa ci tocca e ci onora.

Cha valore ha la certezza che il grande Dio dei cieli ci conosce, ci chiama per nome e ci invita ad ascoltarlo quando ci parla!

Tutto ciò che il bambino riceve o impara dai genitori è basato sulla fiducia che ha in loro fin dall’inizio della sua vita. La Bibbia ci racconta d’un bambino chiamato direttamente da Dio, come un padre chiama il proprio figlio.

Quindi l’Eterno venne, si pose lì vicino e chiamò come le altre volte: «Samuele, Samuele!». Samuele rispose: «Parla, perché il tuo servo ascolta». (1 Samuele 3:10)

Siamo noi all’ascolto di questo grande Dio che ci conosce, ci ama e vuol fare di noi dei suoi figli? Il credente, che è diventato figlio d’un Padre celeste pieno d’amore, può ben essere felice di una tale relazione!

Vedete quale amore il Padre ha profuso su di noi, facendoci chiamare figli di Dio. La ragione per cui il mondo non ci conosce è perché non ha conosciuto lui. (1 Giovanni 3:1)

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