Tornare al Signore

Mi leverò e andrò da mio padre, e gli dirò: Padre, ho peccato contro il cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi lavoratori salariati”. Egli dunque si levò e andò da suo padre. Ma mentre era ancora lontano, suo padre lo vide e ne ebbe compassione; corse, gli si gettò al collo e lo baciò. (Luca 15:18-20)

Sicuro di sé, quel giovane aveva lasciato la famiglia per godersi la vita, ma le cose non erano andate come pensava. Dopo aver speso tutto il denaro nei piaceri, finisce col dover pascolare i porci nei campi.

In preda alla disperazione, si mette a riflettere e si ricorda della prosperità della casa di suo padre. Allora decide di ritornare a casa, e allo stesso tempo di tornare a Dio.

Ma come ritornare? Non può portare altro che la sua miseria. La sua spavalderia è sparita, ha perso tutti i beni, è affamato… questo è lo stato in cui si trova quando decide di tornare da suo padre.

Sulla strada del ritorno, quanti pensieri gli avranno attraversato la mente! Lui, partito con tanta audacia, ritorna come un mendicante! Che vergogna, che umiliazione! Come sarà ricevuto? Sorpresa! Il padre lo accoglie così com’è. Lo stringe tra le braccia con gioia e lo copre di baci!

Quanti di noi decidono di tornare a Dio e si trovano nella condizione di quel giovane. Forse in modo meno clamoroso, abbiamo anche noi sciupato le nostre capacità e il nostro tempo, e siamo smarriti e colpevoli.

Tuttavia il riposo e la gioia si trovano alla presenza di Dio! Allora, perché rimanere lontano da lui? Bisogna ritornare senza tardare più. Ma come andare a Dio? Cosa portargli?

Vieni a Dio così come sei. Egli ti accoglie senza condizioni, ti riceve nella sua gioia e, per mezzo di Gesù Cristo, ti riveste della sua giustizia.

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