Ed egli, portando la sua croce, si avviò verso il luogo detto “del Teschio”, che in ebraico si chiama “Golgota”, dove lo crocifissero, e con lui due altri, uno di qua e l’altro di là, e Gesù nel mezzo. (Giovanni 19:17-18)
Il capitolo 15 del Vangelo di Marco ci fa il racconto cronologico di una giornata unica nella storia del mondo, quella della crocifissione di Cristo. Essa è divisa di tre ore in tre ore.
Al mattino il Signore è condotto da Pilato.
E al mattino presto, i capi dei sacerdoti con gli anziani, gli scribi e tutto il sinedrio, tenuto consiglio, legarono Gesù, lo portarono via e lo consegnarono a Pilato. (Marco 15:1)
Alla terza ora, le nove del mattino, viene crocifisso. Gli uomini lo insultano, lo ingiuriano, si beffano di lui.
Era l’ora terza quando lo crocifissero. (Marco 15:25)
Allo scoccare della sesta, cioè mezzogiorno, iniziano tre ore di tenebre. E’ a questo punto che Gesù subisce da parte di Dio il castigo che merita il peccato degli uomini.
Poi, venuta l’ora sesta, si fece buio su tutto il paese fino all’ora nona. (Marco 15:33)
Alla nona ora, l’opera dell’espiazione è compiuta.
E all’ora nona, Gesù gridò a gran voce: «Eloì, Eloì, lammà sabactanì?». Che, tradotto vuol dire: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». (Marco 15:34)
Egli spira emettendo un gran grido che fa dire al centurione di guardia:
Ma Gesù, emesso un forte grido, rese lo spirito. Allora il velo del tempio, si squarciò in due, dall’alto in basso. E il centurione che stava di fronte a Gesù, visto che dopo aver gridato così aveva reso lo spirito, disse: «Veramente quest’uomo era Figlio di Dio». (Marco 15:37-39)
Venuta la sera, il corpo di Gesù è posto nella tomba. E’ alla fine del giorno, il momento in cui inizia il sabato e in cui ogni attività sarà sospesa.
Poi, avvicinandosi ormai la sera, poiché era la Preparazione, cioè la vigilia del sabato, Giuseppe d’Arimatea, un rispettabile membro del consiglio, che aspettava anch’egli il regno di Dio, andò coraggiosamente da Pilato e domandò il corpo di Gesù. (Marco 15:42-43)
Quel corpo formato da Dio stesso, col quale Gesù ha visitato e attraversato questo mondo, il corpo che è stato colpito, straziato, oltraggiato, crocifisso, è ora avvolto in un lenzuolo e deposto nella tomba nuova di un uomo ricco.
Gli avevano assegnato la sepoltura con gli empi, ma alla sua morte fu posto col ricco, perché non aveva commesso alcuna violenza e non c’era stato alcun inganno nella sua bocca. (Isaia 53:9)
Bisognava che il Santo, oltre a non subire la decomposizione, non avesse alcun contatto con essa.
Perciò il mio cuore si rallegra, e la mia anima esulta per la gloria della mia eredità; anche la mia carne dimorerà fiduciosa e al sicuro, perché tu non lascerai l’anima mia nello Sceol e non permetterai che il tuo Santo veda la corruzione. (Salmi 16:9-10)
Tre giorni dopo il Signore risuscitò e si presentò vivente a centinaia di suoi fedeli, testimoni oculari della sua straordinaria potenza.