Un messaggio del Dio che ci ama

Chi crede in lui non è condannato, ma chi non crede è già condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. (Giovanni 3:18)

L’Evangelo è questo: una buona notizia. Gesù Cristo non è venuto per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui.

Poiché Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. (Giovanni 3:16)

E’ vero che i nostri peccati meritano l’ira di Dio. Ma Dio vuole liberarcene, perché ama il peccatore, la sua creatura smarrita e sofferente. E’ la sua bontà che spinge al ravvedimento, perché ci mostra il nostro stato e ci offre il rimedio, l’unico rimedio, che l’amore di Dio ha preparato.

Ovvero disprezzi le ricchezze della sua benignità, della sua pazienza e longanimità, non conoscendo che la bontà di Dio ti spinge al ravvedimento? (Romani 2:4)

Non siamo stati noi ad amare Dio, è Lui che ci ha amati, e ha mandato il suo Figlio perché i nostri peccati fossero cancellati, grazie al suo sacrificio.

Ma ora, rifiutare l’amore divino, trattare Dio da mentitore negando che Gesù Cristo, suo Figlio, sia venuto per salvarci, equivale a escludersi dalla grazia. Disprezzare la bontà di Dio è attirare su di sé il suo giusto giudizio.

Dio ci chiama perché ci ama. Ci dice che non ci considera più colpevoli delle nostre cattive azioni se accettiamo Cristo come nostro Salvatore. Che nessuno di noi sia fra coloro ai quali Egli è costretto a dire:

Ma tu, per la tua durezza ed il cuore impenitente, ti accumuli un tesoro d’ira, per il giorno dell’ira e della manifestazione del giusto giudizio di Dio, che renderà a ciascuno secondo le sue opere: la vita eterna a coloro che cercano gloria, onore e immortalità, perseverando nelle opere di bene; a coloro invece che contendono e non ubbidiscono alla verità, ma ubbidiscono all’ingiustizia, spetta indignazione ed ira. (Romani 2:5-8)

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