Un tempo per ogni cosa

Per ogni cosa c’è la sua stagione, c’è un tempo per ogni situazione sotto il cielo: un tempo per nascere e un tempo per morire, un tempo per piantare e un tempo per sradicare ciò che è piantato, un tempo per uccidere e un tempo per guarire, un tempo per demolire e un tempo per costruire, un tempo per piangere e un tempo per ridere, un tempo per far cordoglio e un tempo per danzare, un tempo per gettare via pietre e un tempo per raccogliere pietre, un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci, un tempo per cercare e un tempo per perdere, un tempo per conservare e un tempo per buttare via, un tempo per strappare e un tempo per cucire, un tempo per tacere e un tempo per parlare, un tempo per amare e un tempo per odiare, un tempo per la guerra e un tempo per la pace. (Ecclesiaste 3:1-8)

A volte le parole migliori sono quelle inespresse. Una donna saggia conosce la differenza. Nella Bibbia, Ester è un meraviglioso esempio di una donna saggia che ha saputo riconoscere il suo tempo. Dopo aver pregato, digiunato e deciso, si è presentata al re con una richiesta che riguardava il suo popolo.

Invece di strisciare ai piedi del re affranta, lei con dignitosa umiltà lo invita a una cena. Ripetendo l’invito quando il re le offerse la possibilità di esprimere la sua richiesta.

Durante il secondo banchetto, il re le offre per la terza volta di esprimere una sua richiesta. Solo a questo punto Ester rivela il complotto di Haman ai danni del popolo ebreo, del quale faceva parte.

Il re e Haman andarono dunque al banchetto con la regina Ester. Anche il secondo giorno, mentre durante il banchetto veniva servito il vino, il re disse a Ester: «Qual è la tua richiesta, o regina Ester? Ti sarà concessa. Che cosa domandi? Fosse anche la metà del mio regno, sarà fatto». Allora la regina Ester rispose dicendo: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, o re, e se così piace al re, la mia richiesta è che mi sia concessa la vita; e domando che il mio popolo sia risparmiato. Poiché io e il mio popolo siamo stati venduti per essere distrutti, uccisi e sterminati. Se fossimo stati venduti per diventare schiavi e schiave, avrei taciuto; ma il nemico non potrebbe mai compensare il danno che ne verrebbe al re». (Ester 7:1-5)

Attraverso la preghiera e la comunione con Dio, Ester ricevette la saggezza per riconoscere il momento giusto per parlare; e in questo modo ha contribuito a salvare il suo popolo.

Ecco il potere della parola espressa al momento giusto. Una parte della gestione delle parole è l’ascolto. Se parliamo meno, abbiamo l’opportunità di imparare ad ascoltare meglio.

Le nostre parole possono costruire o possono demolire. Giacomo paragona infatti la nostra lingua, una metafora per indicare le nostre parole, a un piccolo fuoco che incendia una grande foresta!

Così anche la lingua è un piccolo membro, ma si vanta di grandi cose. Considerate come un piccolo fuoco incendi una grande foresta! (Giacomo 3:5)

Facebooktwitterlinkedintumblr

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *