Una parola cancellata dal vocabolario

E’ la parola peccato. Per milioni di persona ha perso completamento significato e forza. Dicono che questa nozione è stata inventata dal clero per far paura alla gente. Tutt’al più si parla di peccato quando si tratta di un fatto gravemente scandaloso o che merita la prigione.

Ma da quasi duemila anni, Dio ha descritto la nostra epoca in modo sorprendentemente realistico.

Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili; perché gli uomini saranno egoisti, amanti del denaro, vanagloriosi, superbi, bestemmiatori, ribelli ai genitori, ingrati, irreligiosi, insensibili, sleali, calunniatori, intemperanti, spietati, senza amore per il bene, traditori, sconsiderati, orgogliosi, amanti del piacere anziché di Dio, aventi l’apparenza della pietà, mentre ne hanno rinnegato la potenza. Anche da costoro allontànati! (2Timoteo 3:1-5)

Tragico inventario di tutto il maleficio che questa parola “peccato” comporta e che ha la sua sorgente nel cuore cumano.

Diceva inoltre: «È quello che esce dall’uomo che contamina l’uomo; perché è dal di dentro, dal cuore degli uomini, che escono cattivi pensieri, fornicazioni, furti, omicidi, adultèri, cupidigie, malvagità, frode, lascivia, sguardo maligno, calunnia, superbia, stoltezza. (Marco 7:20-22)

In India, si possono vedere delle folle nel Gange gridare: “O santo Gange, lavaci dai nostri peccati!” In Africa e altrove sono offerti sacrifici per riconciliarsi con gli dei. In tutti gli uomini legati all’idolatria sussiste il sentimento del peccato.

Ma nei nostri paesi europei di origine cristiana, ci sono persone che lo vogliono ignorare deliberatamente. Eppure verà il giorno in cui ciascuno renderà conto di se stesso a Dio.

Beati quelli i cui peccato sono cancellati, perché hanno creduto all’opera di Cristo sulla croce!

Ma se camminiamo nella luce, com’egli è nella luce, abbiamo comunione l’uno con l’altro, e il sangue di Gesù, suo Figlio, ci purifica da ogni peccato. (1 Giovanni 1:7)

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