Alla ricerca di Dio

Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito. (Zaccaria 12:10)

L’odierno versetto è rivolto in particolare al popolo d’Israele. A quel popolo, oggi descritto come la casa di Davide, che ancora non ha riconosciuto in Gesù Cristo il Messia inviato da Dio.

Per secoli Israele ha atteso un Messia che lo liberasse dai nemici, dalle angherie e dalle oppressioni dei popoli a lui ostili, ma, come cita chiaramente la Bibbia, “i pensieri del Signore non sono i nostri pensieri, e le Sue vie non sono le nostre vie” (Isaia 55:9).

È venuto in casa sua e i suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio. (Giovanni 1:11-13)

Gesù è venuto come “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo” (Giovanni 1:29), e non come il giustiziere di mezzanotte atteso da molti. Dio nella persona del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, si è scelto Israele quale Suo popolo particolare.

Lo ha amato, lo ama e lo amerà per sempre, ma Dio ama tutte le nazioni del mondo, e per questo Suo infinito e paterno amore, quest’oggi ci vien detto che Lui stesso spanderà su ogni essere umano lo Spirito di supplicazione, lo Spirito di preghiera.

Vale a dire che lo Spirito Santo comincerà a bussare sempre più insistentemente alla porta di ogni cuore, così che molti aprano, ricevano Cristo e vengano salvati.

M.A.

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