Coraggioso o timoroso?

Per caso un sacerdote scendeva per quella stessa strada, ma quando lo vide, passò oltre dal lato opposto. (Luca 10:31)

Gesù narrò di un uomo caduto nelle mani dei briganti e lasciato a terra mezzo morto. Or, lungo quella stessa strada passarono un sacerdote, un levita e uno straniero. Chi si fermò a prestare soccorso? Lo straniero.

Il sacerdote e il levita, figura dei credenti, passarono oltre, dall’altra parte. Perché? Forse ebbero paura di immischiarsi in una situazione pericolosa e alquanto compromettente. Se il poveretto avesse avuto un incidente o un semplice malore, lo avrebbero certamente soccorso.

Or noi che leggiamo, e consideriamo noi stessi dei credenti, pensiamo di essere persone coraggiose o paurose? Soccorreresti una persona alla quale poco prima un malvivente ha sparato? Parleresti di Gesù a un malvivente? Visiteresti un malato terminale, colpito da malattia infettiva? Avendone la possibilità, visiteresti i carcere i detenuti?

Non tutti siamo chiamati a lavorare per Dio a tempo pieno, ma Dio ci vuole coraggiosi a tempo pieno. Gesù raccontò questa parabola per porci al cospetto della Verità. Se diciamo di essere credenti e figli di Dio, non possiamo voltarci dall’altra parta o far finta di non vedere coloro che sono considerati “il rifiuto della società”.

Il mio pastore un giorno ebbe a dire: “Sono onorato di pasturare una chiesa formata da molti ex”. Ero anch’io un perduto! Se mi avessero evitato, non avresti mai letto questo messaggio.

M.A.

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