Fratelli, se uno viene sorpreso in colpa, voi, che siete spirituali, rialzatelo con spirito di mansuetudine. Bada bene a te stesso, che anche tu non sia tentato. (Galati 6:1)
Spesso preferiamo rimanere in silenzio ed essere visti di buon occhio piuttosto che mettere qualcuno di fronte ad una verità difficile da accettare. La chiesa non è un gruppo di individui che s’incontra nello stesso posto ogni settimana, ma è un corpo spirituale. E’ molto più facile incoraggiare e consolare che ammonire e esortare, ma entrambi sono necessari.
La lettera agli Efesini ci insegna che dobbiamo dire la verità con amore, affinché tutti possiamo crescere in ogni cosa.
È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo; affinché non siamo più come bambini sballottati e portati qua e là da ogni vento di dottrina per la frode degli uomini, per l’astuzia loro nelle arti seduttrici dell’errore; ma, seguendo la verità nell’amore, cresciamo in ogni cosa verso colui che è il capo, cioè Cristo. (Efesini 4:11-15)
Se evitassimo di ammonire chi sbaglia o non incoraggiassimo chi ne ha bisogno, finiremo per fare soffrire tutto il corpo. Il tuo corpo non funziona bene quando una parte è malata. Anche la chiesa soffre quando un membro è disordinato o è trascinato in qualche dottrina errata.
Lasciare che una parte si infetti e non fare nulla può causare danni irrimediabili. Come genitori amiamo talmente in nostri figli che molte volte ignoriamo i loro comportamenti sbagliati, consapevoli che nel tempo questo influirà negativamente sul loro carattere e sulle loro responsabilità verso gli altri. Se li amiamo veramente dobbiamo guidarli e correggerli.
La verità detta con amore è l’amico terreno su cui agire per correggere i disordinati.
A.R.