La croce di Cristo

Poiché la predicazione della croce è pazzia per quelli che periscono, ma per noi, che veniamo salvati, è la potenza di Dio; infatti sta scritto: «Io farò perire la sapienza dei saggi e annienterò l’intelligenza degli intelligenti». (1 Corinzi 1:18-19)

A quelli che facevano notare al noto predicatore Spurgeon che molte sue predicazioni si assomigliavano, lui rispondeva: “Io cerco sempre di ricondurre alla croce ogni testo che prendo dalla Bibbia”.

Sì, è alla croce di Cristo che Dio vuol condurre ognuno di noi. Là soltanto si può ricevere il perdono dei peccati, essere salvati ed entrare nella vita eterna. Soltanto per la fede nella Sua morte e nella Sua risurrezione gli uomini diventano figli di Dio e ottengono la promessa del cielo.

Gesù è stato crocifisso fra due malfattori; all’inizio entrambi lo insultavano (Matteo 27:44)). Ma uno di questi si è ravveduto e ha detto all’altro: “Non hai nemmeno timor di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? Per noi è giusto, perché riceviamo la pena che ci meritiamo per le nostre azioni; ma questi non ha fatto nulla di male». E diceva: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» Ed egli gli disse: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso” (Luca 23:39-43).

A quale dei due malfattori assomigliamo? A quello che si è pentito ed è salvato, o a quello che non l’ha fatto e quindi è perduto? Davanti alla croce s’impone una scelta. Oggi c’è ancora tempo per decidere.

E’ davanti a Dio che dobbiamo pentirci, confessando le nostre colpe e riconoscendo il nostro stato di peccatori perduti; poi dobbiamo accogliere la grazia di Dio come un dono senza contropartita; quella grazia meravigliosa, pienamente efficace per la riconciliazione con Lui.

E tutto questo viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. (2 Corinzi 5:18)

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