Nessuna pretesa

Io mi alzerò e andrò da mio padre, e gli dirò: ‘Padre, ho peccato contro il cielo e contro di te: non sono più degno di essere chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi servi'”. (Luca 15:18-19)

Troppe volte, quando sbagliamo, desideriamo che la nostra vita continui come sempre, come se gli errori che commettiamo non dovessero in alcun modo comportare le logiche e inevitabili conseguenze. Oppure scarichiamo la colpa su qualcun altro. Lo stesso facciamo nei confronti di quanti ci sono vicino e pure nei confronti di Dio.

La parabola del figliol prodigo mostra non soltanto l’amore infinito del Signore per i peccatori e la Sua grande misericordia, ma denota anche le caratteristiche di un vero e sincero ravvedimento che porta a una reale conversione.

Non esiste un vero pentimento che non sia umile, che non faccia comprendere davvero la gravità del nostro peccato e l’indegnità nella quale siamo precipitati.

Oggi se ti trovi nel peccato, la Parola di invita non soltanto a ravvederti, ma a tornare al Padre senza pretese. Puoi stare sicuro che Egli ti accoglierà presso di Lui perché ha donato il Suo amato Figlio Gesù Cristo, perché morisse sulla croce al posto tuo. Nonostante tu non lo meriti, Egli farà di te un Suo figlio.

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