Non è compito nostro

Il profeta gli disse: «Va’ in pace!». Così partì da lui e fece un buon tratto di strada. (2 Re 5:19)

L’atteggiamento del profeta Eliseo è il miglior esempio che si possa seguire per ciò che concerne l’annuncio dell’Evangelo. Quante volte ci siamo trovati al cospetto di chi, armato di “devastante” zelo, ha provato ad insegnarci in una sola volta tutta la Bibbia, dal Genesi all’Apocalisse.

Dopo aver ricevuto guarigione e riconosciuto che l’Eterno è il vero Dio, Nahaman si rammaricava perché, una volta rientrato in Siria, il re gli avrebbe chiesto di appoggiarsi al suo braccio per entrare nel tempio di Rimmon, una divinità pagana.

Or, qualche zelante ed infuocato evangelista avrebbe certamente tuonato: “Tu non puoi fare questo! L’eterno non te lo perdonerebbe mai”. Notiamo, invece, quale fu la risposta del profeta: “Va’ in pace!”

Il suo è l’atteggiamento sereno e pacato di chi non ha mai pensato di sostituirsi al fondamentale ed efficace ruolo dello Spirito Santo. Quale folle illusione alberga nella mente di chi è convinto di poter “convincere” e “convertire”.

“Va in pace!” Eliseo era persuaso che Nahaman avrebbe detto al sovrano: “O re, ricordi quando mi inviasti in Israele per ricevere guarigione dalla mia libbra? Ebbene, or noi sappiamo che l’Eterno d’Israele è l’Iddio vivente e vero. Non dovremmo adorare e servire Lui, piuttosto che quest’idolo muto e inanimato?” Il “convincere” e il “convertire” appartengono al Signore!

M.A.

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