Perdonato ma comunque responsabile

Beato colui la cui trasgressione è perdonata, il cui peccato è coperto! (Salmi 32:19

Un giorno spiegavo ad un gruppo di detenuti ciò che insegna la Bibbia riguardo all’importanza di dire la verità al giudice o ai giurati. Con un sorriso uno di loro disse: “Ma Dio perdona, non è vero?”. Pensava che, poiché Dio fa grazia, avrebbe potuto mentire al giudice per ottenere la sua liberazione. Sono stato obbligato a smentirlo: se comprendiamo quanto è costato a Dio il nostro perdono, non possiamo considerare il peccato con leggerezza!

Se riconosciamo il nostro peccato, il Signore ci perdona. In prigione, i carcerati che si convertono a volte si chiedono: “Ho confessato le mie colpe al Signore, perché allora non mi fa uscire di qui?”. Sì, Dio perdona e dona la pace alla coscienza ed al cuore, ciononostante rimane sempre vero che “quello che l’uomo avrà seminato, quello pure mieterà” (Galati 6:7), e le conseguenze delle proprie azioni possono durare molto a lungo, anche tutto la vita.

Se abbiamo confessato le nostre colpe davanti a Dio, per ottenere la grazia, confessiamole anche agli uomini. Questo proverà la nostra sincerità ed il nostro pentimento. Non aspettiamo a metterci in regola con quelli contro cui abbiamo peccato.

Se tu dunque stai per presentare la tua offerta all’altare, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualcosa contro di te, lascia lì la tua offerta davanti all’altare e va’ prima a riconciliarti con tuo fratello; poi torna e presenta la tua offerta. Fa’ presto un accordo amichevole con il tuo avversario, mentre sei sulla via con lui, che talora il tuo avversario non ti dia in mano del giudice e il giudice ti consegni alla guardia e tu sia messo in prigione. (Matteo 5:23-25)

Anche per quanto riguarda i torti tra credenti la Bibbia ci insegna a confessare le nostre colpe “gli uni agli altri” (Giacomo 5:16). Il peccato alza una barriera tra l’uomo e Dio, così come tra uomini. Dal momento in cui riconosciamo le nostre colpe, questa barriera viene abbattuta.

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