Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni. (Geremia 1:5)
Pochi secondi prima che l’auto da corsa li travolgesse entrambi, mia madre si allontanò da mio padre a causa del gran caldo. Si trovava in viaggio di nozze ed era sposata da appena cinque giorni. Il terribile impatto dell’auto finita fuori pista, uccise mio padre e un ragazzo che aveva preso il posto di mia madre. Era incinta di me e non lo sapeva. Fortuna? Fatalità?
Ho quarantanove anni e ripenso spesso al cruciale episodio che determinò la mia nascita, e non la mia morte. Ripenso spesso a quel ragazzino che prese il mio posto.
Ora ditemi, dovrei attribuire al caso il fatto che che un’auto da corsa abbia provato a sopprimermi prima di venire al mondo e non vi sia riuscita? Dovrei ritenermi semplicemente fortunato, e null’altro, se le bevande alcoliche, le droghe, gli psicofarmaci, un palo della luce, un infarto, un’anemia “improvvisa”, due polmoniti ed un’infinità di tempeste, hanno provato ad inabissarmi senza successo?
No, non sono disposto a credere che siano stati il fato e la fortuna ad assistermi. L’Eterno ha parlato: “Prima che io ti avessi formato nel grembo di tua madre, io ti ho conosciuto; prima che tu uscissi dal suo grembo, io ti ho consacrato e ti ho costituito profeta delle nazioni” (Geremia 1:5).
Dio faccia di me un Suo profeta. Possa la Parola del Signore raggiungere tanti perduti usando anche me e te.
M.A.