Prega senza arrenderti

Propose loro ancora questa parabola per mostrare che dovevano pregare sempre e non stancarsi: «In una certa città vi era un giudice, che non temeva Dio e non aveva rispetto per nessuno; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui e diceva: “Rendimi giustizia sul mio avversario”. (Luca 18:1-3)

Tutti i giorni facciamo i conti con le nostre debolezze, per non dire che ci sentiamo inadeguati davanti alla perfezione del Signore. Gesù oggi ti invita. Non stancarti, prega, perché io amo ascoltare la tua voce che eleva a me le sue richieste.

Un re sentì una volta per la strada un vagabondo suonare un violino e cantare. Gli piacque tanto che lo invitò a cantare alla sua corte. A metà di un canto, però si ruppe una corda; il violino si fermò e il re fu costretto ad aspettare che il violinista cambiasse la corda e riaccordasse il violino. Alla fine un cortigiano si spazientì e, protestando per la lunga interruzione, chiese perché il violinista non avesse portato un strumento miglior o perlomeno un violino di ricambio.

“Devi sapere”, replicò il vagabondo, “che il re ha alla sua corte tutti i musicisti che desidera e ciascuno con strumenti perfetti, e potrebbe ad ogni istante chiamarne uno per divertirlo. Ma sembra proprio che preferisca il mio modo di suonare, visto che chiama me e vuole sentire il mio violino rotto”.-

Così anche il Signore ha una corte infinita di angeli cantori, ma quando ordina a noi mortali di cantare e pregare, è chiaro che gli piace ascoltare anche le nostre imperfezioni.

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