Ma ricòrdati di me, quando sarai felice, e sii buono verso di me, ti prego; parla di me al faraone e fammi uscire da questa casa, perché io fui portato via di nascosto dal paese degli Ebrei e anche qui non ho fatto nulla per essere messo in questo sotterraneo. (Genesi 40:14-15)
“Ricordati di me”. Quest’accorata richiesta fu indirizzata al coppiere del re d’Egitto da Giuseppe, rinchiuso con lui nella stessa prigione. Il coppiere del re aveva fatto un sogno del quale Giuseppe aveva rivelato l’interpretazione: sarebbe tornato libero al servizio del re. Con quelle toccanti parole, Giuseppe gli stava chiedendo di intercedere per lui. Il coppiere, però, dimenticò la promessa fatta.
Alcuni secoli dopo, la stessa invocazione risuonò sulle labbra di un altro uomo in uno scenario ben diverso. Tre uomini erano appesi ad una croce. Uno di loro era Gesù, il Figlio di Dio, il Santo e il Giusto, gli altri due erano dei peccatori.
Uno dei due rivolse a Gesù questa intensa e accorata invocazione: «Gesù, ricòrdati di me quando entrerai nel tuo regno!» (Luca 23:42). Come risposta quest’uomo ricevette una promessa: «Io ti dico in verità, oggi tu sarai con me in paradiso» (Luca 23:43).
La sua richiesta ricevette pronto esaudimento perché non era stata rivolta ad un uomo fallace, ma era stata rivolta a Gesù, Colui che non dimentica alcuna invocazione del nostro cuore. Andiamo quindi a Lui, con piena fiducia, certi che Egli ci ascolterà e che non si dimenticherà di noi.