Signore abbi pietà

Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. (Giacomo 2:22-23)

“Signore ti preghiamo per gli ammalati”. Quante volte abbiamo pronunciato queste parole, poi, però ci alziamo, ci sentiamo in pace come chi ha fatto il suo dovere mentre gli ammalati sono ancora là, assetati di una parola di conforto, una parola che spesso non pronunciamo. “Signore ti preghiamo per la pace e per i nostri nemici”, ma appena finito di dire ciò iniziamo a discutere su ciò che ci ha fatto Tizio o quello che ci ha detto Caio.

Altre volte diciamo: “Mettiamo tutto nelle mani del Signore”, ma dimentichiamo che al Signore dobbiamo presentare tutto, soprattutto le cose impossibili, perché per quelle possibili Egli vuole che noi le pratichiamo.

Se vediamo un uomo soffrire la fame e il freddo non dobbiamo soltanto pregare per lui, ma operare facendo tutto ciò che è in nostro potere per aiutarlo.

Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? (Giacomo 2:15-16)

In questo consiste l’amore più grande che possiamo offrire a Colui che per primo ci ha amati, che ci amerà per sempre: Cristo Gesù nostra speranza, nostra guida, nostro tutto!

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