Allora il suo signore lo chiamò a sé e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito, perché tu me ne supplicasti; non dovevi anche tu aver pietà del tuo conservo, come io ho avuto pietà di te?” (Matteo 18:32-33)
Il servo della parabola aveva ricevuto gratuitamente la cancellazione di un grande debito, ma non fu disposto a perdonare un conservo, che gli doveva una piccola cifra. Nessun precetto cristiano è ripetuto più spesso del perdono.
Nell’esempio di preghiera che Gesù insegnò ai Suoi discepoli, Egli collegò indissolubilmente il perdono divino a quello umano: “Rimettici i nostri debiti come anche noi li abbiamo rimessi ai nostri debitori” (Matteo 6:9). Poi aggiunse delle parole chiare ed evidenti, per enfatizzare la lezione: “Se voi non perdonato agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe” (Matteo 6:14-15).
L’apostolo Paolo ammonisce: “Siate invece benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandovi a vicenda come anche Dio vi ha perdonati in Cristo” (Efesini 4:32).
Questa non è che una ripetizione della stessa lezione. Se non siamo disposti a perdonare coloro che ci hanno offeso, dimostriamo di non essere stati perdonati da Dio. Qualcuno ha detto: “Essere cristiani significa perdonare l’inescusabile, perché Dio ci ha perdonato l’inescusabile”.
Se nel nostro cuore non abbiamo lo spirito di perdono, evidentemente non stiamo sperimentando la presenza dello Spirito di Dio!



