Egli gridò al SIGNORE; e il SIGNORE gli mostrò un legno. Mosè lo gettò nell’acqua, e l’acqua divenne dolce. È lì che il SIGNORE diede al popolo una legge e una prescrizione, e lo mise alla prova, dicendo: «Se tu ascolti attentamente la voce del SIGNORE che è il tuo Dio, e fai ciò che è giusto agli occhi suoi, porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti infliggerò nessuna delle infermità che ho inflitte agli Egiziani, perché io sono il SIGNORE, colui che ti guarisce». (Esodo 15:25-26)
Il popolo di Israele, nel deserto, giunse in un luogo in cui trovò delle acque, ma erano amare. Mosè gettò dentro di esse un legno e le acque divennero dolci. Dio ha il potere di cambiare le situazioni: le può trasformare da “amare” in “dolci”.
Questa è una figura delle amare esperienze che affrontiamo lungo il cammino della nostra vita che, però, Dio è in grado di trasformare sostanzialmente.
Ma c’è una condizione da soddisfare: occorre “quel legno” che Mosè gettò nelle acque amare. Gesù ha dato la Sua vita sul legno della croce per poter trasformare i nostri cuori colmi di amarezze in cuori colmi della Sua dolcezza.
Ma come quel legno dovette entrare in quelle acque, per trasformarle, anche Gesù deve entrare nel nostro cuore per potervi operare. Se rimane all’esterno del nostro cuore, se rimane fuori dalla nostra vita, non potrà fare nulla per noi. Non potrà trasformare dei cuori ostinatamente chiusi.
Gesù, entra in ogni cuore e trasformalo per la Tua gloria!



 
		



