Sulle spalle del pastore

Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. (Luca 15:3-6)

Quale grande sollievo deve provare la pecora che fino a un momento prima, stanca e impaurita, non riusciva a vedere dove andava. Ora è sulle spalle del pastore, che l’ha cercata finché non è riuscito nel suo intento. Essere portati sulle spalle è un privilegio particolare.

C’è una posizione diversa. Quando ti senti smarrito sei “proprio a terra”. Invece, quando il Pastore ti prende in braccio e ti mette sulle spalle, ti sembra di stare sospeso tra cielo e terra. Quella delle pecore di Gesù è una posizione invidiabile: Egli le ha acquistate con il Suo sangue e le “tiene nella Sua mano”. Al sicuro.

C’è una prospettiva diversa. Quando le guardi dalle spalle del Pastore, le cose che prima facevano paura ora sembrano più piccole e più lontane, sicuramente meno spaventose. Soprattutto, dalle spalle del Pastore si vedono le cose dall’alto e più in lontananza.

C’è un’andatura diversa. Mentre il Pastore cammina, senza tentennamento e con passo sicuro, vedi che la tua vita procede verso i pascoli verdeggianti, le acque chete, l’ovile.

E seppure dovrai passare per la valle buia … che importa? Il Pastore è con te! Con questa Parola, oggi il Buon Pastore è venuto a cercare anche te … vuoi stare sulle Sue spalle anche tu?

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