Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù. (Efesini 2:4-7)
Può una persona essere ritenuta ufficialmente viva, dopo essere stata dichiarata legalmente morta? Questa domanda divenne un caso di interesse internazionale quando un uomo dato per morto ricomparve, in buona salute, dopo più di 25 anni.
All’epoca della scomparsa era disoccupato, drogato e pieno di debiti. così decise di nascondersi. Tuttavia, al suo ritorno, quando l’uomo si presentò davanti alla corte per cambiare la sentenza che lo dichiarava legalmente morto, il giudice rifiutò la sua richiesta decretando che il limite massimo per modificare la certificazione di morte fosse di tre anni. Tale insolita sentenza da parte di una corte di giustizia umana è un’esperienza comune per il Signore.
La lettera di Paolo agli Efesini ci dice che nonostante siamo spiritualmente morti, Dio “ci ha vivificati con Cristo” (Efesini 2:1,5). Però, dichiararci e renderci spiritualmente vivi, al Signore è costato molto. Il nostro peccato, e la conseguente morte spirituale, ha richiesto la sofferenza, la morte e la risurrezione del Figlio di Dio.
Egli è morto per dare vita a noi. Poiché siamo stati dichiarati vivi in Cristo, l’atto di morte è stato annullato e noi oggi possiamo camminare in novità di vita.



 
		



