Dio parla, bisogna rispondergli

Allora la gloria del SIGNORE sarà rivelata, e tutti, allo stesso tempo, la vedranno; perché la bocca del SIGNORE l’ha detto». (Isaia 40:5) 

Quando aveva appena trent’anni, il poeta francese Alfred de Musset scrisse, come fosse stata una confidenza fatta a sé stesso, un sonetto, pubblicato dopo la sua morte, avente come titolo: “Tristezza”.

Consumato anzitempo da una vita di eccessi, egli ammetteva: “Ho perso la mia forza e la mia vita…”. Morì sette anni dopo.

Perché, dunque aveva ricercato questa Verità che dichiara in uno dei suoi versi, aggiungendo: “…E coloro che hanno fatto a meno di essa quaggiù hanno ignorato tutto.” Egli dice ancora: “Dio parla, bisogna rispondergli”.

Dio parla! Il Salmo 19 ci dice in quale modo Egli si rivolge agli uomini. Dapprima con la voce della Creazione, che afferma sia la sua potenza che la sua saggezza.

I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani. Un giorno rivolge parole all’altro, una notte comunica conoscenza all’altra. Non hanno favella, né parole; la loro voce non s’ode, ma il loro suono si diffonde per tutta la terra, i loro accenti giungono fino all’estremità del mondo. Là, Dio ha posto una tenda per il sole, ed esso è simile a uno sposo che esce dalla sua camera nuziale; gioisce come un prode lieto di percorrere la sua via. Egli esce da una estremità dei cieli, e il suo giro arriva fino all’altra estremità; nulla sfugge al suo calore. (Salmo 19:1-6)

Poi per mezzo della Sacra Scrittura, che rallegra il cuore e illumina gli occhi.

La legge del SIGNORE è perfetta, essa ristora l’anima; la testimonianza del SIGNORE è veritiera, rende saggio il semplice. I precetti del SIGNORE sono giusti, rallegrano il cuore; il comandamento del SIGNORE è limpido, illumina gli occhi. Il timore del SIGNORE è puro, sussiste per sempre; i giudizi del SIGNORE sono verità, tutti quanti sono giusti, sono più desiderabili dell’oro, anzi, più di molto oro finissimo; sono più dolci del miele, anzi, di quello che stilla dai favi. Anche il tuo servo è da essi ammaestrato; v’è gran ricompensa a osservarli. (Salmo 19:7-11)

L’autore dell’epistola agli Ebrei, che cita tante volte l’Antico Testamento, mette ogni uomo in guardia dal pericolo che vi sarebbe nel distogliersi da Lui.

Badate di non rifiutarvi d’ascoltare colui che parla; perché se non scamparono quelli, quando rifiutarono d’ascoltare colui che promulgava oracoli sulla terra, molto meno scamperemo noi, se voltiamo le spalle a colui che parla dal cielo; la cui voce scosse allora la terra e che adesso ha fatto questa promessa: «Ancora una volta farò tremare non solo la terra, ma anche il cielo». (Ebrei 12:25-26)

Ma, fin dall’inizio dell’epistola, si era espresso in termini ancora più forti.

Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi. (Ebrei 1:1-2)

Questo Gesù è l’artefice della creazione universale e più ancora d’una nuova creazione quando, sulla croce del Calvario, ha Egli stesso compiuto la purificazione dei peccati.

Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi. (Ebrei 1:3)

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