Negli Evangeli, Gesù ripete molte volte che per entrare nel regno di Dio, bisogna “diventare come un piccolo fanciullo”.
In verità vi dico: se non cambiate e non diventate come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Chi pertanto si farà piccolo come questo bambino, sarà lui il più grande nel regno dei cieli. (Matteo 18:3-4)
Ciò mi ha fatto molto riflettere perché ho piuttosto tendenza a credere solamente ciò che la mia intelligenza può comprendere. Ma poiché volevo veramente “entrare nel regno”, ho accettato di diventare come un bambino, invece di voler sempre analizzare tutto.
Da allora ho notato che le persone che hanno una relazione profonda con Gesù sono quelle che sono semplici nel loro comportamento. Esse sono simili così ai bambini.
Qual è la maggiore differenza che esiste tra un adulto ed un bambino? Il bambino ha fiducia, e si fida di chi è più avanti di lui negli anni. L’adulto crede di poter giudicare tutto coi propri mezzi. Vuole essere padrone di se stesso.
Per quanto mi concerne, ho potuto avere una relazione dirette con Gesù nella misura in cui ho accettato di diventare piccola. Ci si avvicina a Dio, non quando l’intelligenza si indebolisce, ma al contrario, quando questa si libera del superficiale e ricerca ciò che è vitale, ciò che la semplicità di un bambino fa talvolta toccare con mano.
Quando la sofferenza non è così acuta da porre il nostro spirito in uno stato di rivolta – che Dio ce ne guardi – essa può aiutare a lasciar cadere la corazza della nostra sufficienza per trovare Colui che é così vicino a noi: Gesù Cristo.
Testimonianza di una credente