Quando incominciamo a guadagnarci di che vivere, ci sembra forse che questo sia merito dei nostri sforzi, del nostro lavoro. Pensiamo di averlo meritato. Ma non dobbiamo dimenticare che ciò che ci è necessario per vivere è un dono di Dio.
Non v’ingannate, fratelli miei carissimi; ogni cosa buona e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre degli astri luminosi presso il quale non c’è variazione né ombra di mutamento. (Giacomo 1:17)
Non soltanto è lui che dà la salute e le forze per lavorare nutrirsi; ma dà alla terra la sua fertilità. L’uomo può seminare e innaffiare, è Dio che fa crescere.
Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere; quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere! (1 Corinzi 3:6)
Chiediamo dunque a Dio di sovvenire ogni giorno ai bisogni dei nostri corpi. E non dimentichiamo di ringraziarlo per quello che ci dà. E’ un Padre benevolo, fedele alle sue promesse. Perché preoccuparci?
Un bambino non si preoccupa del suo nutrimento, sa che i suoi genitori gli daranno quello di cui ha bisogno. Facciamo assegnamento sul nostro Dio con la stessa fiducia! Per quanto possono essere difficili le nostre condizioni di vita, un giorno potremo dire come Davide:
Io sono stato giovane e sono anche divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua discendenza mendicare il pane. (Salmo 37:25)
Allora loderemo Dio per la sua fedeltà, lui che s’incarica di noi con tutte le nostre necessità fisiche e spirituali. Nessuno può chiedere per sé del nutrimento, dimenticando quelli che ne sono mancanti. Nella sua sapienza e nella sua grazia, ci renda il Signore capace di chiedere, di ricevere e di condividere con gli altri il “nostro pane quotidiano”.
Non è forse questo: che tu divida il tuo pane con chi ha fame, che tu conduca a casa tua gli infelici privi di riparo, che quando vedi uno nudo tu lo copra e che tu non ti nasconda a colui che è carne della tua carne? (Isaia 58:7)



