Abraamo chiamò quel luogo «Iavè-Irè». Per questo si dice oggi: «Al monte del SIGNORE sarà provveduto». (Genesi 22:14)
Nella Parola di Dio si fa spesso riferimento a particolari monti, testimoni di eccezionali eventi. Vi si narra di Isacco, che un giorno salì un monte portando sulle spalle la legna di un olocausto. Dio aveva ordinato ad Abramo, suo padre, di offrirlo in sacrificio proprio su quel monte.
Abramo, con il cuore straziato dal dolore, si apprestava a ubbidire a quell’ordine così grave. Quando, però, Isacco fu posto sull’altare la mano stesa fu fermata: il Signore aveva provveduto un sostituto.
Tutto ciò prefigura una situazione analoga. Gesù saliva il monte del Calvario. Portava sulle spalle il legno della croce sulla quale sarebbe stato immolato. Questa volta, però, Dio non fermò la mano stesa su di Lui. Come mai? Dio non era in grado di provvedere? Al contrario! Fu proprio attraverso quel sacrificio che il Signore ha provveduto grazia e perdono per tutta l’umanità.
Gesù è stato il sostituto di tutti quanti noi. Egli ha preso il nostro posto caricandosi dei nostri peccati. Quale grazia! Accostiamoci a Lui con profonda gratitudine, considerando l’enorme portata di quel sacrificio che ha provveduto salvezza per tutti noi.



