Commentando la scomparsa in mare di Eric Tabarly, grande navigatore francese, un giornale ha scritto: “La dimensione di un uomo si misura dal vuoto scavato dalla sua partenza”.
Così è per gli uomini, e perfino per i grandi uomini come i fondatori delle religioni o i filosofi. Talvolta sono noti i luoghi in cui sono stati seppelliti. Sono luoghi di pellegrinaggio o di raccoglimento, testimoni soltanto della morte di chi si vuole ricordare.
Gli stessi scomparsi non contano più nulla; solo il loro insegnamento conserva qualche valore agli occhi del loro seguaci.
Non è certamente così di Gesù Cristo. La sua tomba è presto diventata una tomba vuota, un testimone muto, ma quanto eloquente, della sua risurrezione! I suoi lo hanno visto risuscitato, e ora lo Spirito Santo ne rende testimonianza nel cuore di ogni credente.
Gesù è risuscitato. Questa è la prova che Dio ha approvato e pienamente apprezzato il suo sacrificio alla croce per portare i nostri peccati.
Poiché il Padre ama il Figlio e gli mostra tutte le cose che egli fa; e gli mostrerà opere più grandi di queste, affinché voi ne siate meravigliati. (Giovanni 5:20)
Ecco ciò che ci riempie di gioia: il nostro Salvatore ha espiato tutti i nostri peccati, e ora Dio considera questi peccati come definitivamente cancellati e ci reputa come suoi figli.
Gesù è vivente, prova che la morte è vinta. E’ stato elevato in cielo, prova che un uomo ha raggiunto la gloria eterna. Da quel momento tutto cambia per noi, poiché sappiamo che essendo per la fede legati a lui, lo raggiungeremo, seconda la sua promessa, nella gloria.
Inoltre quelli erano fatti sacerdoti in gran numero, perché la morte impediva loro di durare, ma costui, perché dimora in eterno, ha un sacerdozio che non passa ad alcun altro, per cui egli può anche salvare appieno coloro che per mezzo suo si accostano a Dio, vivendo egli sempre per intercedere per loro. (Ebrei 7:23-25)




