Similmente, anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe, dicevano: «Egli ha salvato gli altri e non può salvare se stesso; se è il re d’Israele, scenda ora giù dalla croce e noi crederemo in lui; egli si è confidato in Dio; lo liberi ora, se veramente lo gradisce, poiché ha detto: “Io sono il Figlio di Dio”». Anche i ladroni crocifissi con lui lo ingiuriavano allo stesso modo. Dall’ora sesta fino all’ora nona si fecero tenebre su tutto il paese. Verso l’ora nona, Gesù gridò con gran voce dicendo: «Elì, Elì, lammà sabactanì?». Cioè: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». (Matteo 27:41-46)
Alla fine della sua vita, il re Davide rese questa testimonianza: “Io sono stato fanciullo ed ora sono divenuto vecchio, ma non ho mai visto il giusto abbandonato, né la sua progenie mendicare il pane.” (Salmi 37:25)
Mille anni più tardi, il Giusto, il solo giusto che sia vissuto sulla terra, è stato abbandonato. Sulla croce, Gesù è stato abbandonato da Dio poiché si era caricato dei nostri peccati; eppure era il suo Figlio, il suo Diletto.
Dio è santo e non può vedere il peccato senza esercitare il suo giudizio; così non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.
Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui. (2 Corinzi 5:21)
Il castigo che doveva colpire noi è caduto su di lui. Da mezzogiorno alle tre, il sole si è nascosto, le tenebre hanno avvolto la croce, e Gesù ha gridato: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» Vicino alla croce, con insolenza, coloro che passavano di lì scuotevano la testa e insultavano colui che pagava il prezzo del loro riscatto.
In quelle tre ore Dio è rimasto in silenzio. Perché non liberava il Giusto e non castigava i colpevoli? Perché voleva salvare tutti coloro che avrebbero riconosciuto il valore del sacrificio del suo Figlio. Bisognava che Gesù pronunciasse questa parola definitiva: «È compiuto!» (Giovanni 19:30)
Poco dopo, Dio lo ha risuscitato dai morti, e ciò testimonia il pieno gradimento per la sua opera: