«La mia parola non è forse come un fuoco», dice il SIGNORE, «e come un martello che spezza il sasso? (Geremia 23:29)
Tanti anni fa per scaldarsi, la gente usava accendere un falò davanti casa, dentro un secchio di lamiera, o per i più ricchi dentro un braciere di rame. Questo rudimentale riscaldamento era chiamato “conca”. Ci si riscaldava tutti intorno, ma l’inconveniente era il fumo che faceva lacrimare gli occhi.
Chi riusciva a resistere, però, veniva ampiamente ripagato, perché una volta che la fiamma si estingueva rimaneva la brace viva. A questo punto il recipiente veniva portato in casa ed usato sia per abbrustolire il pane, sia come fonte di calore.
Gesù può essere considerato il braciere e la Sua Parola il fuoco. Avvicinandoci a Lui sentiremo il calore dello Spirito Santo. Rinunciare a ciò che Dio non gradisce può provocare lacrime, ma non bisogna temere, non bisogna allontanarsi per non perdere il contatto con il Suo amore, con il Suo calore.
Gesù dice: “Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi, e io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero” (Matteo 11:28-30).



 
		



