Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi!” (Giovanni 20:21)
“Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti”. (Giovanni 14:27)
I discepoli avevano chiuso le porte perché temevano che l’arresto del loro Maestro scatenasse una persecuzione anche nei loro confronti; però, malgrado il pericolo, si erano comunque ritrovati insieme, perché erano uniti da un forte legame: L’amore per il Signore che non era più con loro.
Mentre erano riuniti, Gesù all’improvviso si presentò in mezzo a loro e disse:
“Pace a voi!”
Questo saluto abituale tra i giudei, assume un nuovo significato quando Gesù lo pronuncia mostrando le ferite delle sue mani e del suo costato. La pace di cui fa dono è il frutto del suo sacrificio alla croce. E’ una pace che non dipende da fattori esterni; infatti, la risurrezione di Cristo non aveva modificato le circostanze e i loro nemici erano sempre lì. Anzi, Gesù aveva detto:
Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi (Giovanni 15:20)
Eppure, la pace del Signore scacciò le loro paure e diede loro una grande gioia. Anche oggi, la fede nella presenza del Signore rallegra i credenti che si riuniscono per adorarlo, o per pregare, o per leggere la sua Parola. Essi pensano a Lui, sono attratti da Lui e si radunano nel suo nome.
Allora possono, per mezzo della fede, udire la sua voce che dice: “Pace a voi!”. E’ il risultato della sua vittoria alla croce, la pace che deriva dalla sua risurrezione.
Vi lascio pace; vi do la mia pace. Io non vi do come il mondo dà. Il vostro cuore non sia turbato e non si sgomenti. (Giovanni 14:27)