Non c’è distinzione

Ma ora, indipendentemente dalla legge, è stata manifestata la giustizia di Dio, alla quale rendono testimonianza la legge e i profeti, cioè la giustizia di Dio mediante la fede in Gesù Cristo verso tutti e sopra tutti coloro che credono, perché non c’è distinzione; poiché tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio, ma sono gratuitamente giustificati per la sua grazia, mediante la redenzione che è in Cristo Gesù. (Romani 3:22-23)

Il razzismo, questa forma di disprezzo collettivo e di spirito di superiorità, esiste da sempre! Nelle civiltà antiche era largamente diffuso e condiviso.

teofania4I Giudei, depositari della legge dell’Eterno, disprezzavano i pagani che li ripagavano con la stessa moneta. I Greci erano convinti che i Barbari fossero geneticamente inferiori. Aristotele affermava che “solo i Greci sono liberi per natura, mentre tutti gli altri sono per natura schiavi”

Ma agli occhi di Dio tutti erano considerati dei “colpevoli”, anche se a diverso titolo. I maggiori responsabili erano certamente coloro che più degli altri avevano conosciuto la volontà di Dio, ma tutti erano passibili di giudizio.

Che dunque? Abbiamo noi qualche superiorità? Niente affatto! Abbiamo infatti dimostrato precedentemente che tanto Giudei che Greci sono tutti sotto peccato, come sta scritto: «Non c’è alcun giusto, neppure uno. (Romani 3:9-10)

E tuttora le cose non sono mutate: non si può che constatare la triste parità morale tra gli uomini. Le differenze di razza, nazione, di classe sociale, di grado, di civiltà, tutto è livellato sotto la giustizia inflessibile di Dio.

L’uomo, nel suo stato naturale, come discendente di Adamo, è condannato senza appello. Dio ci ha dichiarati tutti, Giudei e non Giudei, disubbidenti.

Poiché Dio ha rinchiuso tutti nella disubbidienza, per far misericordia a tutti. (Romani 11:32)

Si tratta quindi di accettare questo giudizio, di pentirsi e di credere. La potenza di Dio in salvezza è per il profitto di “chiunque crede”. Costui riceve, per la fede, la vita eterna.

Qui non c’è più Greco e Giudeo, circonciso e incirconciso, barbaro e Scita, servo e libero, ma Cristo è tutto e in tutti. (Colossesi 3:11)

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