Rientrato in sé

Allora, rientrato in sé, disse: “Quanti servi di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! (Luca 15:17)

La chiave della parabola del figliol prodigo sono le parole: ” … rientrato in sé …”. Fin qui il Signore ha fatto notare il peccato, la miseria del giovane, ora comincia a descrivere il suo pentimento.

L’ora scura della notte è quella che precede l’aurora.

Fu la sua difficile situazione ad indurlo a pensare alla famiglia che aveva lasciato. Tutto il tempo che visse dissolutamento era stato trascinato da una specie d’irrefrenabile follia, che gli impediva ogni seria riflessione. Ma ora è tornato in sé! E’ un tratto distintivo della follia, la vittima non riconosce e non confessa la sua infermità finché non sia passata; soltanto quando ritorna in sé può riconoscere di essere stata fuori di sé.

Così questo giovane: il suo primo atto, una volta fermatosi, fu di riflettere, grazie ad una coscienza risvegliata, sulla sua vita passata e le sue condizioni presenti. Si ravvide e, per grazia di Dio, scoprì che non era troppo tardi per tornare al padre.

Anche tu oggi puoi ancora “rientrare in te”, il tempo è ancora quello della grazia, per alzarti e tornare a Dio che è pronto ad accoglierti a braccia aperte.

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