Colombe e serpenti

Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. (Matteo 10:16)

La raccomandazione che troviamo in questo versetto vuole essere un incoraggiamento a saperci comportare. Ci sono due tipologie di comportamenti qui evidenziate: la semplicità della colomba e la prudenza del serpente. Tali comportamenti devono essere adottati dai credenti, figurativamente le pecore, che devono convivere con i Lupi.

Il lupo è un animale carnivoro e selvaggio che uccide le pecore. Di giorno il lupo si nasconde, di notte va a caccia. Agisce nelle tenebre, nell’oscurità per nascondere i suoi misfatti e aggredire all’improvviso.

L’atteggiamento del credente, perciò, deve essere di prudenza, ma con semplicità: la colomba rappresenta bene questo secondo aspetto. Essa è dolce e affettuosa, semplice, timida che trema quando viene spaventata. E’ spesso utilizzata come simbolo di pace e biblicamente viene associata, non di rado, alla figura dello Spirito Santo.

Gesù fa allusione alla sua proverbiale innocenza. Il credente deve agire sempre secondo buona fede, procacciando la pace e l’amore verso tutti, deve essere lento all’ira e pronto nel fare il bene.

Sappiamo tutti come è fatto un serpente e come esso agisce; strisciando si trascina sovente nella polvere. Il morso di alcuni serpenti può essere molto pericoloso, perché inietta un veleno mortale. Può sembrare strano, però, che il comportamento del credente sia associato alla prudenze del serpente. Esso, si sa, viene associato all’antico tentatore, colui che fu causa della caduta del genere umano.

Il serpente però, è un animale che si distingue per la sua astuzia (Genesi 3:1) e per il suo accorgimento nello sfuggire i pericoli, come pure per il timore istintivo che ispira all’uomo e agli altri animali. Pertanto non deve sorprendere quest’accostamento con il comportamento del credente.

Il suo agire deve essere sempre attento perché le tentazioni sono sempre in agguato, e quale miglior modo sfuggirle se non agendo nella stessa maniere con le quali si sono presentate. L’astuzia o la prudenza fa parte dell’intelligenza umana, ma bisogna utilizzarla con sapienza: non per agire in modo malvagio o subdolo, ma per contrastare le trappole che il nemico ci pone lungo il cammino. La prudenza, nei confronti dell’avversario non è mai troppa! Che il Signore ci aiuti a dosare la semplicità e l’avvedutezza!

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