Egli stesso è il capo del corpo, cioè della chiesa; egli è il principio, il primogenito dai morti, affinché abbia il primato in ogni cosa, perché è piaciuto al Padre di far abitare in lui tutta la pienezza, e, avendo fatta la pace per mezzo del sangue della sua croce, di riconciliare a sé, per mezzo di lui, tutte le cose, tanto quelle che sono sulla terra come quelle che sono nei cieli. (Colossesi 1:18-20)
La riconciliazione, come la descrive la Bibbia, è un concetto estraneo ai pensieri umani. Non è forse sbalorditivo che Dio, il Creatore dei cieli e della terra, ci offra il Suo perdono e attenda il nostro sì? Che differenza con ciò che avviene fra gli uomini! Sembra normale che l’iniziativa della riconciliazione parta da chi ha agito male: deve chiedere perdono, prestare le sue scuse e, se è possibile rimediare al danno compiuto …
Ma fra Dio e gli uomini è tutt’altra cosa. Dio stesso è il conciliatore. E’ Lui che prende l’iniziativa e ne sostiene tutto l’onere. E chi altri potrebbe farlo?
Dio ha sempre teso la mano agli uomini, ma ben pochi ne hanno approfittato; sono “un popolo ribelle” (Isaia 65:2), diceva Dio. L’incredulo è indifferente verso Dio, e molto spesso ostile. Ma Dio viene incontro a ciascuno di noi. Se accettiamo di afferrare la mano che ci tende, scopriamo che Lui ci ama e che vuole mettere il Suo amore al posto della nostra ostilità.
Questo è possibile in virtù della morte del Figlio Suo. Quando Gesù è stato crocifisso, ha preso su di Sé la nostra ostilità verso Dio, e ne ha pagato il prezzo. Poi è risuscitato ed è tornato in cielo alla destra del Padre. Gesù ha distrutto la barriera dei nostri peccati che ci separa da Dio.
La riconciliazione compiuta dal sacrificio di Cristo diventa efficace per chi l’accetta. Non è che il miglioramento dell’uomo la renda accettabile; essa si basa unicamente sull’opera che Gesù ha compiuto, una volta per sempre, alla croce.