Domani

Mosè disse al faraone: «Fammi l’onore di dirmi per quando io devo chiedere, nelle mie suppliche per te, per i tuoi servitori e per il tuo popolo, che vengano sterminate le rane intorno a te e nelle tue case, in modo che ne rimangano soltanto nel Fiume». Egli rispose: «Per domani». E Mosè disse: «Sarà fatto come tu dici, affinché tu sappia che non c’è nessuno pari al SIGNORE, che è il nostro Dio. (Esodo 8:9-10)

Dopo una dura schiavitù sotto il dominio egiziano, Dio decise di liberare il Suo popolo per mezzo di Mosè e di condurlo nella Terra Promessa. La liberazione fu immediata, il faraone acconsentì alla richiesta di Mosè soltanto dopo varie calamità.

Le rane furono la secondo di queste piaghe, invasero tutto l’Egitto; così il faraone mandò a chiamare Mosè affinché pregasse il suo Dio che le allontanasse. Che strano? Invece di desiderare che le rane si allontanassero dall’Egitto immediatamente, il faraone rimandò a “domani” qualcosa che, invece, avrebbe potuto ottenere all’istante, se veramente l’avesse voluto.

Ancora oggi accade lo stesso. Gli increduli scelgono di restare nella loro condizione di perduti piuttosto che arrendersi all’amore di Cristo e ricevere perdono e salvezza. Se non sei ancora salvato, chiedi a Gesù di venire nel tuo cuore, oggi! Egli lo farà.

Tragico è quando Dio richiama noi, Suoi figli per la disubbidienza, ma preferiamo rimandare a “domani” ciò che potremmo fare “oggi”. Stiamo attenti al richiamo di Dio.

S.D.D.

Facebooktwitterlinkedintumblr

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *